Il Pannello di Borgo

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Nel 1972 Fernando Lombardi realizza l’opera forse più rappresentativa del suo percorso artistico: il grande ‘pannello’ di Borgo. Si tratta di un’enorme tela, di oltre 9 metri di lunghezza e oltre 2 di altezza destinata al Circolo “La Torraccia” di Borgo San Lorenzo.. Il titolo, “Panorama di Borgo San Lorenzo” è molto ‘calzante’ e in effetti ammirando questa grandiosa opera non possiamo che rimanere ammirati dinanzi all’immenso panorama qui sapientemente ma anche originalmente descritto. Per l’occasione presenziarono numerosi ospiti e autorità anche dal capoluogo fiorentino, tra cui ricordiamo Luciano Bausi, allora sindaco di Firenze, poi anche senatore e sottosegretario al Ministero di Grazia e Giustizia.

Oggi l’opera, dopo che il Circolo ‘La Torraccia’ ha chiuso i battenti nel 2013, si trova nei locali della Misericordia di Borgo, in attesa che l’Amministrazione Comunale possa trovare un nuovo (e più degno) spazio espositivo.

 

A ricordarne la maestosità e l’ottima riuscita compositiva è Maria Gianfaldoni:

 

“….una tela di m 10 per 2,40, che significa la gloria, la laboriosità di un borgo, che può essere orgoglioso di possedere un pannello , così variato nel colore, nel paesaggio, nella vita paesana, nel movimento di quei personaggi caratteristici che vivono sempre in ogni luogo.

Il quadro è centrato nella Torraccia, ripristinata con i suoi merli, come nel tempo antico quando tutti credevano all’amore, alla poesia, all’arte. La Torraccia è il simbolo di Borgo San Lorenzo, dove si trova il quadro e che dà il nome al Circolo Ricreativo.

 E che cosa fa il nostro pittore? Si stabilisce per quattro mesi nel luogo, entra in rapporto con quel piccolo mondo, che ha un suo bifico aspetto, studia il paesaggio, sale sulle torri, si affaccia sui tetti, per imprimere nella sua mente il panorama, fissare negli occhi quei colori, quei toni, quel movimento di vita popolare operosa e gaia, che egli vuole ritrarre. E crea una pagina di storia, un monumento prezioso del Borgo, e lo fa con semplicità, audacia, creando un quadro che il successo ricompenserà come gli merita. E’ un quadro storico, che egli esegue senza rispolverare il passato, ma immedesimandosi nel suo tempo, dando a questo un aspetto contemporaneo, che riflette un’epoca e crea una novità. E la novità è nel quadro stesso.

Dalla Torraccia, al centro del grande pannello, partono dei cerchi che in essa si riuniscono, una specie di vortici, di spirali, ognuno con il suo colore, e insieme come in un arcobaleno riassumono le tinte che simboleggiano il borgo e in questi vortici è circoscritto il paesaggio, dove l’antico si fonde col moderno, animato in primo piano da una moltitudine di gente: monache che camminano placide, donne che passeggiano, bambini che corrono, giuocano, il mercato in una stradetta, la fiera in un’altra, né mancano (le autorità), (il venditore di palloncini), gli innamorati, le guardie, il borseggiatore, il prete e, ad un lato estremo, seguendo l’esempio degli antichi maestri, l’autoritratto del pittore, che stanco si è sdraiato sul prato, per riposare dopo tanta fatica. In questo turbinio di gente è la gioia della vita, che si svolge pacificamente in un paese di pace.

E il paese è alle spalle. Sembra a prima vista un tratto del grande affresco del Lorenzetti, “Il Buon Governo” della Scuola Senese del ‘200; in altri scorci un paesaggio dal motivo Giottesco.

C’è a sinistra l’antico convento delle monache, la Pieve col Campanile Longobardo, con a fianco la Torre Civica, a cui fa riscontro il Campanile di Sant’Omobono, e più lontani i ponti della Ferrovia, simbolo di un progresso, così come al centro le ciminiere delle Fornaci, simbolo del lavoro.

A destra sono le antiche logge del mercato, oggi scomparse, l’orto del Biagioni con la fonte coperta a tipo capanna, la chiesa esagonale del S.S. Crocifisso. Il pittore ha condensato nel quadro tutta la vita del Borgo, piena di attività per la laboriosità della sua gente. Lo sfondo è quello del paesaggio fiorentino, la bellezza dei colli, sparsi di case, ville, uliveti, con i caratteristici cipressi appuntiti della nostra bella Toscana, in lontananza l’appennino Mugellano, e nella trascolorazione si passa dal verde tenero, al rosa, al viola, con sfumature e gradazioni di colori, una gamma perfetta.”

 

(10 settembre 1972)

Interessante anche la cartella contenente i disegni e le prove di realizzazione del pannello.